Omosessualità

O

Nel capitalismo contemporaneo si sviluppano movimenti con sempre più componenti omosessuali, i quali secondo l’ “umanesimo-naturalismo” di Marx apparterebbero ad una socialità degenerata e, di conseguenza, ad una naturalità degenerata. Non si tratta di una natura biologicamente “malata” dell’essere umano (l’uomo è un essere eterosessuale con una predisposizione organica alla omosessualità), ma dei rapporti sociali dominanti e delle corrispondenti sollecitazioni valoriali. Non è questione di un ”essere umano malato”, ma di una società malata. Quindi, non dobbiamo curare esseri umani, ma è necessario creare una “società sana” (Fromm) nella quale si sviluppino persone sane. L’omosessualità è un fenomeno sociale concreto (storico) condizionato dalla natura dell’ordinamento dominante. Questa è una delle forme in cui si manifesta un determinato sistema valoriale che regola i rapporti tra i sessi e come tale è un aspetto concreto del funzionamento sociale. L’antico Eros omosessuale ha avuto una natura sostanzialmente diversa dalla omosessualità capitalisticamente condizionata. La comunità omosessuale di oggi è una delle forme in cui si manifesta una socialità degenerata capitalisticamente. Lo sviluppo di rapporti omosessuali corrisponde allo sfacelo della famiglia in quanto comunità naturale evoluta, e della trasformazione del matrimonio in legame economico. Le comunità omosessuali ottengono una legittimità “sociale” non in relazione alla famiglia in quanto comunità naturale evoluta, bensì in relazione alla disperazione solitaria creata dal capitalismo. La comunità omosessuale è la forma estrema della famiglia capitalisticamente degenerata e lo sviluppo della pederastìa contribuisce alla soppressione della possibilità di creare la famiglia come comunità naturale evoluta. Allo stesso tempo, distruggendo l’uomo come un essere naturale ed umano il capitalismo distrugge la socialità autentica sterilizzando l’Eros ed, in questo modo, distrugge la capacità di riproduzione biologica della società. La “riproduzione sociale” è diventata un segmento della distruttiva riproduzione capitalistica la quale, come in tutti gli aspetti della vita, si basa sul principio: “I soldi non puzzano”. L’inseminazione artificiale, la vendita del materiale seminale, l’utero in affitto, la vendita di bambini – tutte queste sono forme legali e legittime di riproduzione capitalistica. Il capitalismo assorbe nella sua orbita esistenziale e valoriale le sempre più perniciose conseguenze che esso stesso produce attribuendo ad esse uno status istituzionale e trasformandole in strumenti del suo proprio sviluppo.

Avendo presente che il capitalismo distrugge l’uomo quale essere naturale ed umano, lo scopo del matrimonio è l’esistenza dell’umanità in quanto comunità evoluta e naturale. Il matrimonio è una comunità istituzionalizzata tra donna e uomo, che offre l’opportunità per una riproduzione biologica stabile della società e per educare figli. Quando il matrimonio è privo della dimensione vivificatrice, esso perde il senso primario di esistere. Allo stesso tempo, il matrimonio senza la dimensione vivificatrice diventa un involucro dove è possibile inserire i più diversi contenuti. Se si parte dal principio omosessuale come base per stabilire la comunità matrimoniale, perchè non dovrebbe essere permesso il matrimonio tra fratelli, tra sorelle, tra madre e figlia, padre e figlio, nonna e sua nipote, nonno e suo nipote…? L’importanza dei legami familiari sta innanzitutto nella prospettiva della esistenza biologica, vale a dire che si basa sul fatto che l’incesto comporta la degenerazione fisica e mentale della discendenza. Nei rapporti omosessuali, che non hanno carattere prolifico, questo problema non esiste. Nel divenire dell’omosessualità un principio-base del matrimonio, vengono cancellati tutti i limiti e con ciò ogni intendimento tradizionale dei legami familiari basati sul rapporto eterosessuale. Inoltre, viene abolita la dimensione storica dell’essere umano e, in questo contesto, la visione umanistica ed esistenziale del futuro dell’umanità. Non soltanto quale aspetto avrà, ma come sarà possibile l’esistenza della società umana se essa verrà trasformata in gay e lesbiche? A questa domanda il capitalismo può dare solo una risposta di natura tecnica: inseminazione artificiale, che vuol dire la produzione tecnica di bambini. Nel mondo contemporaneo l’omosessualità è diventata un principio anti-esistenziale. Essa è uno dei modi per distruggere le capacità riproduttive dell’umanità e per creare una società sterile. L’omosessualità appare oggi come fenomeno di quella parte del mondo che va biologicamente decadendo e che distrugge l’essere umano come essere naturale, sociale e storico.

La vera natura dei “diritti degli omosessuali” si può vedere in relazione ai diritti dei bambini. Quale è quella “umanità” che contesta necessità e diritti fondamentali dei bambini? Al posto di preservare la famiglia ed, in questo contesto, di lottare per i diritti dei bambini ad avere ambo i genitori ed il loro amore e la loro cura, si insiste sui “diritti degli omosessuali ad adottare bambini”. Per di più, la comunità di bambini e “genitori” monosessuali sta diventando un modello per la “famiglia del futuro”. In questo modo viene distrutta la dialettica del rapporto erotico tra uomo e donna che è la base dello sviluppo sano della sessualità (personalità) infantile. In fondo, perchè i bambini devono avere genitori? Perchè non vengono istituite delle industrie per la produzione e l’educazione di bambini – come proponeva Platone e come fecero i nazisti? L’adozione non è solo un modo di “risolvere il problema” dei bambini orfani, ma è diventato il principio fondamentale per i matrimoni omosessuali. La soluzione dell’adozione si fonda sulle conseguenze create dal capitalismo come ordinamento inumano par excellance, o più precisamente, sulla privazione delle possibilità per i bambini di soddisfare i loro elementari bisogni umani. L’adozione implica la privazione ai bambini dei loro genitori naturali, cioè privarli del diritto di avere un padre e una madre. Al posto di “padre” e “madre” in Occidente nei documenti personali sempre più spesso c’è scritto “primo e secondo genitore”. Gli uni “producono” ed abbandonano i bambini, gli altri li adottano. L’adozione dei bambini è diventata un’operazione commerciale-monetaria e tecnica. Bambini vengono venduti e comprati come fossero degli oggetti. Per loro c’è il “periodo di garanzia” – come per qualsiasi altra merce. Insieme alla negazione dei diritti dei bambini ad avere propri genitori viene negata la pedagogia umanistica, che vuol dire il sistema pedagogico basato sugli sforzi di valorizzare l’essere naturale nell’uomo mediante la famiglia in quanto comunità naturale evoluta. Allo stesso tempo, deprivare i bambini dell’amore e della considerazione dei genitori è la causa delle più gravi malattie mentali e delle peggiori forme di patologia sociale.

Il diritto fondamentale dei bambini è il diritto al futuro, e questo vuol dire il diritto ad un mondo umano e ad un ambiente di vita sano. La realizzazione dei bisogni dei bambini come esseri umani e naturali è diventata la questione dell’esistenza stessa dell’umanità. Lo sforzo dei raggruppamenti capitalistici più reazionari di ridurre il numero di abitanti sul Pianeta sotto a un miliardo include la sterilizzazione delle persone e lannientamento della “eccedenza”. In questo contesto i bambini non sono più visti come il “più grande tesoro”, bensì come il più grande pericolo per l’esistenza dell’umanità. L’idea del futuro non è percepita partendo dalle potenzialità creative dell’essere umano e dalla visione umanistica del mondo, ma dal “fatto” che le risorse umane sono limitate e che il numero degli abitanti sul Pianeta deve essere conforme a queste. Invece di adoperarsi a sradicare la frenesia consumistica dominante nei paesi più sviluppati dell’Occidente, che è la principale causa del deperimento del Pianeta, sempre più forti sono le pretese di annientare i miliardi in “surplus”, con riferimento prima di tutto ai bambini. Annientando i bambini, il capitalismo annienta la forza vivificatrice dell’umanità e trasforma la società umana in un mondo di Matusalemme fisicamente e mentalmente degenerati.

Nelle relazioni omosessuali il corpo umano perde la sua dimensione erotica originale e viene strumentalizzato in modo innaturale ed inumano. Esso diventa l’oggetto dell’esibizionismo sessuale dove il ruolo più importante lo hanno parti del corpo che non hanno a che fare con l’erotismo originale e tanto meno con la natura vivificatrice dell’essere umano. Non si tratta di una relazione umanizzata e naturale, bensì di una innaturale e quindi disumanizzata relazione nella quale il corpo del “partner” viene ridotto a mezzo per arrivare all’orgasmo. La penetrazione del pene nell’ano è una penosa violenza nei confronti dell’organismo del “partner” e (come anche il “sesso orale”) rappresenta una forma degradante di “rapporto sessuale”. La base psicologica dell’omosessualità non è il bisogno dell’essere umano emancipato per l’amore, ma è la paura della solitudine, del rifiuto sociale, dell’incertezza… Al posto dei rapporti di parità tra i “partners”, domina il rapporto sado-masochistico che è un’espressione diretta della posizione dell’essere umano nel capitalismo quale ordinamento di classe basato sul principio: “Calpesta o sei calpestato”. Il bisogno di dominazione e di soggiogamento diventa la base della dialettica dei “giochi sessuali”. E’ stato “assunto” il modello di rapporti interpersonali su cui si basa il rapporto prevalente tra donna e uomo, dove le donne sono ridotte a oggetto di umiliazione sessuale.

L’aspirazione per la realizzazione dell’uomo come essere umano va molto oltre la dimensione (omo)sessuale dell’uomo. Insistere sull’omosessualità come questione base con la quale determinare l’identità umana diventa il modello della mutilazione del sentimento umano e produce un essere umano “unidimensionale” (Marcuse). Il sentimento umano viene ridotto ad un certo tipo di sessualità. Essere “qualcuno” significa essere gay oppure macho-man. Questo diventa la forma elementare dell’affermazione sociale dell’essere umano mediante la quale vengono rimosse altre forme di affermazione dell’uomo come essere autonomo. In questo modo l’essere umano viene annientato come essere storico, libertario e dotato di idealità. Il “movimento gay” si fonda su una umanità ridotta e su una socialità degenerata. L’essere umano acquisisce la propria individualità umana e sociale mediante la sua sessualità e non mediante il suo status civile, l’appartenenza di classe, l’autocoscienza nazionale, la famiglia, la cultura o le convinzioni politiche e religiose… L’”orgoglio” non è legato alla lotta per la libertà, all’esistenza nazionale e alla giustizia sociale, alla preservazione della natura e del genere umano… bensì a una (omo)sessualità che è di carattere anti-esistenziale. Gli omosessuali non sono orgogliosi perchè sono esseri umani, ma perchè sono “gay” e “lesbiche”. La sessualità non è più una questione personale, ma acquisisce una promozione spettacolare pubblica. Il bisogno di socialità è ridotto ad un esibizionismo sessuale con un banale carattere da circo. La umanità ridotta è oggigiorno di natura sostanzialmente differente da quella del passato. Essa si manifesta in relazione alle sempre più effettive possibilità di distruzione del mondo ed in relazione alle forze creative dell’essere umano che è capace di abolire la società di classe e di creare un nuovo mondo.

“La lotta per i diritti degli omosessuali” indica l’ipocrisia del mondo capitalistico. Perchè la “lotta per i diritti di omosessuali” è priva di una dimensione universalmente-umana e ideale? Perchè coloro che si richiamano all’”umanità” quando si tratta di omosessuali, non lottano contro il mondo inumano e per un mondo umano? “La lotta per i diritti degli omosessuali” non ha un carattere umanistico, ma politico, e contribuisce a preservare il mondo esistente.  Le parate di omosessuali sono la più alta manifestazione della “democrazia”, e il “rispetto dei diritti degli omosessuali” è la più alta affermazione dell’”umanità” dell’ordinamento dominante. Con l’imporre la questione della “realizzazione dei diritti degli omosessuali”, viene rimossa dalla scena pubblica ogni questione che riguarda l’esistenza dell’umanità e la libertà dell’essere umano: la degradazione biologica dei popoli, la depredazione senza riguardo delle classi lavoratrici, la morte per malattie, per fame e sete, la criminalizzazione della società, l’instaurazione dello stato di polizia, l’analfabetismo, la solitudine, l’annientamento di popoli interi da parte dell’Occidente “democratico”, gli esperimenti con il materiale genetico, la produzione di materiale sempre più potente per la distruzione in massa, la contaminazione della popolazione e del terreno, le malattie mentali, la distruzione del suolo e degli organismi viventi mediante le piante geneticamente modificate, le avarìe delle centrali nucleari, i suicidi, le violenze, le prestazioni mediche sempre più costose e le manipolazioni sempre più distruttive con i prodotti farmaceutici, le sempre più grandi differenze sociali e la sempre più profonda la miseria nella quale vivono le classi lavoratrici, i bambini e i pensionati, l’ambiente di vita contaminato sempre di più, il cibo sempre più tossico, il monopolio capitalista sui mass-media…  Allo stesso tempo, “la lotta per i diritti degli omosessuali” semina discordia tra le persone sulla base del loro orientamento sessuale che distrugge quelle forme di socialità (l’integrazione nazionale e di classe) che danno opportunità all’essere umano di sopravvivere e di ottenere la libertà.

La questione della (omo)sessualità può essere compresa in modo umanistico solo nel contesto della realizzazione di una integrale umanità dell’uomo, nella prospettiva della lotta per preservare la vita sulla Terra e per creare un mondo umano. La distanza critica rispetto al capitalismo dal punto di vista di una società umana implica allo stesso tempo anche la distanza critica rispetto all’omosessualità dal punto di vista dell’essere umano come essere evoluto naturale (vivificatore) e sociale. Su questa base gli omosessuali come esseri umani emancipati possono contribuire allo sviluppo di rapporti sociali che offrano la possibilità di superare la unidimensionalità (omo)sessuale. Si deve fare differenza tra quegli omosessuali che sono esseri umani emancipati e quelli la cui concezione del mondo e del futuro si basa sul loro orientamento sessuale. I primi sono in grado di comprendere l’omosessualità come fenomeno sociale nel contesto della lotta per l’esistenza dell’umanità e della creazione di un mondo umano; gli altri sono privi di una coscienza critica e ideale, e sono impantanati senza speranza nel fango capitalistico. L’emancipazione degli omosessuali, come esseri umani, dall’omosessualità è solo una delle forme mediante le quali l’essere umano viene liberato dai bisogni innaturali ed inumani che il capitalismo ha creato nell’uomo. Infatti, l’emancipazione degli omosessuali dalla omosessualità è solo una delle forme mediante cui l’essere umano viene emancipato dal capitalismo.  L’essere umano che è cosciente delle conseguenze disastrose dello sviluppo del capitalismo si deve opporre al demonio che  il capitalismo ha piantato in lui, in modo che egli, insieme ad altri esseri umani, lotterà contro il capitalismo e per un mondo umano. Tutti noi siamo delle vittime del capitalismo. Tutti noi dalla prima infanzia portiamo dentro di noi il germe del male il quale, nel mondo inumano, si sviluppa e distrugge l’umano in noi. Noi siamo tutti inclini alla violenza, alla gelosia, siamo egoisti, “perversi”, distruttivi… E’ solo questione di fino a che punto possiamo controllare e sopprimere il male in noi. L’unico modo per un essere umano di vincere il male piantato in lui è di combattere contro l’ordinamento sociale che crea il male e  sollecita il suo sviluppo. La solitudine è il terreno sul quale si sviluppa nel modo migliore il seme capitalistico del male. Lo sviluppo dei rapporti sociali e la trasformazione della società in una comunità di esseri umani liberi è il modo migliore con cui l’uomo può opporsi al male e sviluppare il proprio sentimento umano. Si tratta, infatti, dello sviluppo di una società emancipata e combattiva. Per questo motivo, iniziative sociali e movimenti operai che portano esseri umani fuori dalla loro tana di solitudine ed offrono loro la possibilità, lottando contro il mondo inumano, di avere delle esperienze di se stessi come esseri sociali, hanno un’importanza enorme. Nella lotta per l’esistenza dell’umanità e per la creazione di un mondo umano verranno alla luce quelle qualità delle persone che le uniscono e le fanno diventare umane.

Invece di adoperarsi per un mondo umano e per una umanità vera, la soluzione della questione dell’omosessualità viene cercata nel capitalismo che produce le forme peggiori di patologia sociale. In una società inumana le questioni umane possono essere “risolte” unicamente in modo inumano. Soltanto in una società umana le questioni umane possono essere risolte in modo umano.

 

Translated from Serbian by Mirjana Jovanović

Italian translation supervisor Andrea Martocchia

 

O autoru

ducisimonovic

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